Un’azienda nelle colline senesi di oltre 700 ettari di superficie, con bosco, coltivazioni, allevamenti di pregio, compresi i suini di razza “cinta senese”, con produzione di carni che hanno ottenuto il riconoscimento del marchio D.O.P, tre bacini artificiali che assicurano l’approvvigionamento irriguo, alcuni poderi, anche di particolare pregio artistico, e un’accoglienza agrituristica di alta fascia, un’attività faunistico-venatoria di eccellenza con lo scopo principale di incrementare la popolazione di lepri e fagiani del territorio.
Il tutto per un valore che, nel 2015, era stato stimato in oltre 22 milioni di euro.
Sono questi I dati che descrivono in sintesi il complesso aziendale di cui il Consiglio direttivo dell’ANBSC, nella seduta del 24 ottobre, ha deliberato la destinazione alla Regione Toscana, all’esito di una confisca di oltre 20 anni fa diventata definitiva nel 2007 e di un percorso che – dopo il ripianamento di tutte le esposizioni debitorie gravanti sulla società e con la massima attenzione al mantenimento dei livelli occupazionali, del valore e della continuità aziendale – ha beneficiato dell’impegno e della particolare determinazione, oltre che dell’ANBSC, della Regione Toscana e del Ministero delle politiche agricole