Da un’analisi effettuata dall’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) sui circa 400 beni destinati agli Enti Territoriali che per le loro caratteristiche hanno ricevuto l’attenzione della stampa, è emerso che la maggior parte degli stessi è stato utilizzato per scopi sociali e solo una parte limitata per scopi istituzionali. Il modello italiano di riutilizzo dei beni confiscati, infatti, si caratterizza per la possibilità di trasferire i beni agli enti Territoriali che possono impiegarli per scopi istituzionali ma principalmente per scopi sociali, assicurandone così la restituzione alle stesse comunità danneggiate dal fenomeno criminale.
Allo stesso fine sociale, i beni vengono destinati dall’Agenzia direttamente alle associazioni del terzo settore, per effetto di una recente modifica normativa.
A seguito dell’analisi è stato rilevato che più di un bene su tre di quelli esaminati viene utilizzato per lo svolgimento di attività culturali, ricreative o di formazione professionale.
E’ risultata alta, circa il 18%, anche la percentuale di beni destinati ad attività di ospitalità e accoglienza, in particolare di natura abitativa, in favore di soggetti in condizioni di fragilità; tra questi beni un cospicuo numero è stato utilizzato volontariamente dai Comuni per l’accoglienza dei profughi Ucraini, compito nel quale l’intero Paese è stato impegnato per tutto il 2022.
Poco più alta – circa il 19% – la percentuale di beni destinati al supporto di categorie fragili come le donne vittime di violenza o di tratta e i disabili: in tale ultimo caso la maggior parte dei progetti ha previsto lo sviluppo di percorsi “Dopo di Noi” programmati per l’accompagnamento all’emancipazione dal nucleo familiare di soggetti disabili.
Tale fotografia, pur offrendo solo una visione parziale della destinazione dei beni confiscati, consente di rilevare il crescente interesse da parte delle Istituzioni e della società civile per le attività di riutilizzo sociale dei beni sottratti alla criminalità, dimostrando anche quanto la loro assegnazione stia assumendo una dimensione sempre più visibile e concreta grazie alla realizzazione di progetti sul territorio che giovano in maniera tangibile alle comunità locali.
Pertanto, pur essendo meramente esemplificativa, la panoramica emersa dall’analisi consente di conoscere una realtà che ha dei numeri assoluti consistenti: alla data del 18 gennaio 2023 gli immobili destinati sono stati 21.496 di cui 17.183 agli Enti Locali e i comuni destinatari sono stati oltre 1.000.
La tendenza a privilegiare le attività culturali, ricreative o di formazione professionale viene confermata anche dall’osservazione dei progetti vincitori del bando per l’assegnazione diretta di 260 immobili ad enti del terzo settore, promosso dall’ ANBSC, la cui graduatoria è stata pubblicata nei giorni scorsi, che porteranno alla realizzazione di 68 progetti. Da un esame di dettaglio della natura dei progetti emerge che, anche in tale contesto, ampio spazio è stato dedicato alle attività culturali, ricreative o di formazione professionale: infatti più del 50% sono dedicati a tale scopo. Gli altri progetti sono invece destinati a soddisfare esigenze assistenziali di carattere sanitario (10%), allo svolgimento di attività a sostegno delle donne (10%) o a supporto dei disabili (4%) mentre circa il 10% ha l’obiettivo di utilizzare gli immobili per attività di ospitalità e accoglienza in favore di soggetti in condizioni di fragilità.