Sessantanove opere di autori italiani e stranieri del XX e XXI secolo, taluni di grande rilievo nel panorama artistico internazionale, allestite a Palazzo Litta tornano alla collettività.
Tutte opere autentiche, in gran parte dotate di documentazione d’acquisto o provenienza, ma anche di expertise o dichiarazione dell’autore, tra cui una rara scultura di Jean Arp e due di Arnaldo Pomodoro, opere su tela di Victor Vasarely, un empaquetage di Christo, un’importante grafica di Andy Warhol e, ancora, opere notevoli di Penone, Calzolari, Castellani, Spalletti, Arman, Colombo e una grande tela di Emilio Vedova.
Ed ancora Wols, Tobey, Perilli, Bionda, Bianco, César, Déchamps, Simeti, Angeli e molti altri.
Il Direttore dell’ANBSC, Ennio Mario Sodano, ha consegnato simbolicamente la collezione al Segretariato regionale del Ministero per i beni e le attività culturali per la Lombardia, che aveva proposto la destinazione museale con mantenimento della collezione indivisa per motivi storico-artistici, ma anche per il valore del potente messaggio di legalità intrinseco alla restituzione alla fruizione dei cittadini di un patrimonio di bellezza e cultura.
Esempio tangibile di quelle sinergie imprescindibili per l’attuazione del compito prioritario dell’ANBSC, la consegna di ieri si colloca nel solco di una più ampia collaborazione nel cui ambito lo stesso Segretariato ha supportato l’Agenzia anche sotto il profilo tecnico- scientifico.
Dopo l’esposizione temporanea di Palazzo Litta, la collezione sarà esposta presso la GAMEC – Civica Galleria di Arte Moderna di Bergamo nelle more della creazione di un Polo o Padiglione dell’Arte Liberata, dedicato allo specifico tema del rapporto fra arte e criminalità e del riutilizzo sociale dei beni culturali confiscati. Un Polo che si vorrebbe realizzare a Milano, in un immobile parimenti confiscato e pervenuto nella disponibilità dell’ Agenzia nazionale , quale testimonianza tangibile di restituzione alla collettività di beni acquisiti con i proventi di attività illecite.