Valorizzare i beni confiscati: pronta una strategia nazionale

Se ne è discusso al Forum PA 2018 con le istituzioni che hanno presentato questo nuovo strumento per consentire sempre più il riutilizzo dei beni confiscati

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Data:
22 Maggio 2018

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La “Strategia nazionale per la valorizzazione dei beni confiscati attraverso le politiche di coesione”, prevista dalla Legge di Bilancio 2017 (art. 1, comma 611), costituisce uno strumento di coordinamento, indirizzo e supporto per le Amministrazioni statali, gli enti locali, la magistratura, l’Agenzia Nazionale (ANBSC) e tutti quei soggetti che intervengono a diverso titolo nella gestione dei beni confiscati con progetti di valorizzazione che, facendo leva su una originaria situazione di svantaggio territoriale, trovano un evidente, significativo sostegno anche nelle politiche di coesione, nel comune obiettivo di restituire alla collettività l’utilizzo di tali beni offrendo opportunità di sviluppo ai territori.

La presentazione di questo strumento è stata affidata all’Agenzia per la Coesione Territoriale che ha spiegato come dalle semplici “indicazioni” sulla necessità di prevedere nuovi processi di gestione e destinazione degli asset sottratti alla criminalità, si sia arrivati ad uno strumento più operativo che per un verso rende organica e trasparente le allocazioni delle sempre più ingenti somme messe a disposizione dai vari programmi finanziari comunitari e nazionali per il sostegno al riutilizzo dei beni confiscati e, per altro verso, costituisce la prima cabina di regia per la cooperazione inter-istituzionale in materia di beni confiscati.

La definizione della Strategia nazionale per la valorizzazione dei beni confiscati attraverso le politiche di coesione, affidata all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) è stata definita in stretta collaborazione con il Dipartimento per le politiche di coesione (DPCoe) della Presidenza del Consiglio dei Ministri in partenariato anche con il Ministero dell’Economia e delle Finanze – Ispettorato Generale per i rapporti finanziari con l’unione europea – (IGRUE).

I molti interventi in corso, e gli ancor più numerosi progetti previsti nello specifico segmento del recupero e della valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata sono a tutt’oggi caratterizzati da frammentarietà e mancanza di regia nel definire le direttrici di fondo dell’azione pubblica. Si rende pertanto necessaria una decisa azione di coordinamento, indirizzo e sorveglianza di livello nazionale delle molteplici iniziative pubbliche finalizzate alla loro valorizzazione e reinserimento nell’alveo dell’economia civile.

La Strategia è guidata dall’Obiettivo Generale di utilizzare in modo efficace ed efficiente i beni immobili e aziendali confiscati alla criminalità organizzata, attraverso interventi di valorizzazione sostenuti anche dalle politiche di coesione, che si declina in 3 Obiettivi Specifici:

  • Obiettivo Specifico 1 – Rafforzamento della capacità e della cooperazione degli attori istituzionali responsabili del processo di sottrazione, valorizzazione e restituzione alla società dei patrimoni illegalmente accumulati
  • Obiettivo Specifico 2 – Politiche di valorizzazione dei beni immobili confiscati
  • Obiettivo Specifico 3 – Re-immissione nel circuito dell’economia legale delle aziende confiscate alla criminalità organizzata o dei beni ad esse pertinenti

Anche Stefano Caponi, intervenuto in rappresentanza dell’Anbsc, ha evidenziato come la Strategia nazionale sia un punto di partenza basilare per affrontare al meglio le criticità insite nella gestione e nella valorizzazione dei beni considerato che ogni bene confiscato ha una storia propria che lo caratterizza e lo distingue tra tutti. I tavoli permanenti e inter-istituzionali che la strategia istituisce saranno le sedi migliori che se per un verso accompagneranno e sosterranno i soggetti destinatari dei beni, per un altro verso potranno essere luoghi di incubazione di idee e progettualità innovative in termini di riutilizzo dei beni confiscati ed in termini, soprattutto, di coordinamento e dispiegamento dei processi istituzionali di sottrazione, gestione, destinazione e valorizzazione degli stessi. Proprio per quest’ultimi aspetti è molto importante l’aver previsto un gruppo di lavoro tematico autonomo dedicato a qualità, trasparenza e condivisione dei dati in materia di beni e aziende confiscate che costituisca un punto di contatto istituzionale per monitorare anche l’attuazione delle previsioni del Codice Antimafia in materia di scambio di flussi informativi tra le varie banche dati presenti all’interno delle Amministrazioni coinvolte nel generale processo di sottrazione e restituzione alla collettività dei patrimoni illegalmente accumulati.

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