

Nel corso del secondo trimestre del 2025, l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e gestione dei beni confiscati ha svolto un ciclo di conferenze di servizi finalizzate ad acquisire le manifestazioni di interesse, ai sensi della vigente normativa antimafia, in ordine a oltre 1.200 beni situati in varie Regioni del territorio nazionale.
Le conferenze concludono un ciclo di attività, svolto in collaborazione con i Nuclei di Supporto delle Prefetture, che ha consentito all’ Agenzia – tramite la nuova Piattaforma Unica delle Destinazioni – di sottoporre preventivamente alla attenzione degli Enti territoriali, dell’Agenzia del Demanio in rappresentanza di tutte le Amministrazioni centrali dello Stato e, per la prima volta, contestualmente degli Organismi del Terzo Settore, i beni disponibili per consentire una manifestazione di interesse consapevole.
Sono stati invitati a partecipare i rappresentanti delle Regioni, delle Province, delle Città Metropolitane, dell’Agenzia del Demanio, nonché i Sindaci dei 209 Comuni interessati.
Il ciclo si è aperto con la conferenza, svoltasi presso la Prefettura di Reggio Calabria, relativa ai beni situati nella Regione Calabria, è proseguito con quella, svoltasi on line, relativa ai beni situati nella Regione Puglia, nella Sicilia Orientale e in Campania e con quelle in presenza convocate a Milano e a Torino per i beni situati, rispettivamente, in Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Gulia e in Piemonte e Liguria, per concludersi, poi, con quella organizzata a Palermo e che ha riguardato i beni di quella Provincia e di quelle di Agrigento e Trapani.
Le città individuate per l’apertura e la chiusura del ciclo di conferenze sono state scelte per il loro valore simbolico: Reggio Calabria quale originaria sede nazionale di questa Agenzia e Palermo quale capoluogo di Regione con il maggior numero di beni confiscati.
Il valore dei beni proposti nelle varie conferenze ammonta complessivamente a Euro 62.773.397,89.
Sono 133 gli enti territoriali che hanno manifestato interesse per 642 immobili presenti nel territorio di rispettiva competenza, che verranno acquisiti al patrimonio indisponibile per finalità istituzionali o sociali, sulla base di uno specifico progetto di utilizzo.
Alcuni beni, su richiesta dell’Agenzia del Demanio, saranno mantenuti al patrimonio dell’Erario per essere destinati alle Forze di Polizia.
Le manifestazioni acquisite saranno sottoposte al Consiglio Direttivo dell’ANBSC per la deliberazione della destinazione prevista.
L’Agenzia, in occasione degli incontri svolti ha, altresì, fornito indicazioni sul corretto utilizzo della nuova Piattaforma Unica delle Destinazioni (PUD) la quale consente di gestire in maniera digitalizzata l’intero processo di assegnazione dei beni confiscati, inclusa l’assegnazione al Terzo Settore, realizzando una forma di “Sportello permanente” o “ Bando a sportello” attraverso il quale – non appena le condizioni procedurali lo consentono – tutti i soggetti potenziali destinatari dei beni, compresi gli Enti del Terzo Settore, possono presentare la propria proposta di utilizzo.
Inoltre, l’Agenzia ha messo a disposizione degli Enti locali la documentazione necessaria per facilitare l’espletamento delle procedure per la individuazione dei soggetti cui i beni trasferiti possono essere assegnati per la realizzazione di progetti con finalità di carattere sociale.
Il sottosegretario al Ministero dell’Interno, On.le Wanda Ferro, che ha la delega alle materie di competenza dell’Agenzia per i beni confiscati, ha dichiarato che «Questo primo ciclo di conferenze di servizi, che ha coinvolto oltre 1.200 beni in tutta Italia, ha permesso di attivare una partecipazione consapevole e concreta da parte di enti locali, amministrazioni centrali e Terzo Settore. Un’attività complessa e capillare, quella svolta dall’Anbsc e dal suo direttore, il prefetto Maria Rosaria Laganà, che testimonia quanto il tema della destinazione dei beni confiscati sia prioritario per il Governo Meloni, sia in chiave di contrasto alla criminalità organizzata, sia come strumento concreto per rafforzare la presenza dello Stato sui territori. Restituire questi beni alla collettività – per finalità istituzionali, sociali o per il rafforzamento delle forze di polizia – significa trasformare un simbolo del potere mafioso in una leva di sviluppo e di giustizia sociale